Il restauro dei bronzi monumentali, delle statue in rame e rame dorato, come la Madonnina del Duomo di Milano, delle sculture grandi e piccole, costituiscono una delle specializzazioni del nostro laboratorio
Le sette lastre di rame oggetto del restauro risalgono alla seconda metà del Settecento. Erano funzionali alla riproduzione su volume dei soggetti degli arazzi appartenenti alla serie Storie di Mosè, che furono realizzati nell’ambito della corte Gonzaghesca dall’arazziere Nicola Karcher – su cartoni di Giovan Battista Bertani – tra il 1554 e il 1556. Gli arazzi, omaggio del Duca Guglielmo Gonzaga a Carlo Borromeo (1563), furono donati dallo stesso arcivescovo di Milano alla Fabbrica del Duomo nel 1569.Restauro della scultura di Giacomo Manzù, in bronzo a getto, anno 1966, dimensioni cm 155x320x94. Alcune immagini durante il restauro
Restauro della statua di Sant’Alessandro, della parrocchia di Paladina. La statua è stata rimossa dal campanile, trasportata a terra e collocata nei locali che l’impresa Bonalumi di Paladina ha gentilmente messo a nostra disposizione. Qui è cominciato l’intervento di restauro.
La statua, realizzata in elettroformatura di rame, presentava diffusi prodotti di corrosione attiva, caratterizzata da efflorescenze saline di colore verde chiaro, (brocantite, cassiterite), ossidazioni grigio-nere-verdi e da striature parallele grigio-bianco.
Intervento conservativo su sette lastre in rame incise a bulino, opere di Gaetano Le Poer, secolo XVIII
A causa della costosa manutenzione, nel Settecento la Fabbrica decide di alienare la serie. Al fine di trovare acquirenti interessanti e allo scopo di “pubblicizzare” i preziosi manufatti, viene commissionato un volume a stampa riproducente le scene rappresentate nei panni. Autore dei disegni preparatori e delle incisioni dei soggetti su lastre calcografiche in rame per la stampa fu Gaetano Le Poer.
I disegni sono stati recentemente restaurati e saranno oggetto di un’esposizione all’interno del Museo del Duomo di Milano; una delle matrici in rame sarà esposta accanto al disegno preparatorio e all’arazzo corrispondente – ove possibile. Difatti tre dei sette arazzi andarono perduti a causa di un incendio divampato presso il padiglione della Veneranda Fabbrica allestito presso la sede dell’Esposizione Internazionale di Milano del 1906. I disegni e le matrici degli arazzi perduti rappresentano dunque un’importante testimonianza che ci consente di conoscere l’aspetto dei manufatti persi.
Intervento conservativo sulla statua in bronzo “il Caravaggio” realizzata da Giacomo Manzù.
L’opera, da tempo esposta nei giardini della provincia, in via Torquato Tasso a Bergamo, è stata trasportata nell’area esterna dell’aeroporto bergamasco Il Caravaggio.